venerdì 4 febbraio 2011

Monumentale


Ogni volta che lo vedo, “l’Inceneritore”, mi si ritorce dentro qualcosa.
L’inceneritore è una chiesa: un colossale cubo di cemento con un camino in cima e con sopra una croce al neon. Da fuori quel che si vede è questo.
Dentro invece è un florilegio di mosaici, sbalzi in bronzo, ardite soluzioni architettoniche e decorazione ispirate e ispiratrici di fervore divino.
Sebbene non ci viva più da qualche anno e non la frequenti più dal giorno della Cresima, mi interessano ugualmente le sorti di quella che io chiamo “la mia parrocchia” a cui sono affezionato se non altro per gli anni di onorato servizio come chierichetto.  Ed è stato con tristezza che ho visto arrivare il nuovo parroco che è riuscito a riempire la parrocchia di cemento, svuotandola dei  fedeli.
Sì, perché, tra i progetti proposti per la chiesa nuova ha voluto e preteso (invece che spendere in opere di carità di cui tanto si riempie la bocca da in cima al pulpito) una costruzione - parole sue - “Monumentale” per celebrare la grandezza di Dio, o forse la sua.
Solo che, per tirare su quel mostro, s’è dovuto indebitare vendendo ogni pezzetto di terreno circostante ed ora la sua chiesa, vuota cattedrale nel deserto, è circondata da ogni lato da palazzi e spunta appena con quel suo  camino che grida vendetta. È ancora un monumento, certo: alla stupidità dell’ambizione umana.

1 commento:

Unknown ha detto...

Clapt Clapt.
Veramente stupidità umana.