giovedì 27 marzo 2014

(fanculopensiero)

 
"Sono un angelo. Sono appena arrivato."
...
"Ma tu puoi fare i miracoli?" chiese.
"Perché? Tu ne avresti bisogno?"
"Io? Sì... certo! Ne avrei bisogno sì! Puoi fare miracoli tu?" mi chiese nuovamente avvicinandosi a distanza naso.
"Io avverto che tu ne hai già avuti, di miracoli. E parecchi."
"Chi io? I miracoli? Ma cosa dici? Non vedi che ancora faccio il cameriere?"
Gli elencai allora alcuni miracoli in suo possesso: "Sei giovane. ... E poi, sei sano. E' possibile che non ti accorgi in che mondo vivi? Ci sono più malati che sani. ... Sei libero!" proseguii "ogni mattina quando ti svegli sei tu a decidere cosa vuoi fare, nonché dove vuoi andare. Ti hanno costretto a lavorare qui, forse?"

Silenzio. Continuai.

maksim cristan - (fanculopensiero)

lunedì 24 marzo 2014

VE-nom


 

 
 
Venezia e il suo contrario.
A specchiarsi nelle stesse placide acque.
La Serenissima da un lato, le calli, i suoi leoni, i bacari, le gondole e i palazzi.
Dall'altro il suo simbionte: vicoli ciechi, asfalto, camini petrolchimici, gabbiani che gridano ai rottami.
Un'idea aliena, roba spaziale.
Solo così poteva nascere Marghera. Non dite di no.
 
 

giovedì 6 marzo 2014

Seminare

"Tirar su un figlio non è uno scherzo.", mi ha detto una volta John.
Se pensi che in tre anni, i primi tre, determini la maggior parte di ciò che sarà, ti tremano i polsi. Roba da non dormirci la notte.
La responsabilità è tua, madre o padre: sei tu che lanci una persona dritta nel Mondo e dal tuo lancio dipende la sua sorte...
Un uomo uscì a seminare.
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Un seme cadde nell'acqua: il suo destino era affondare. Ma era un seme largo e piatto, partito con potenza e slide a uscire. Saltellò, tracciando un filotto di rimbalzi fino a passare l'intero specchio liquido. Si fermò all'asciutto. 
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Un seme atterrò in terreno grasso. Ua zolla fertile. Ma là era previsto il passaggio della Statale Pedemontana, variante sud. Due giorni dopo era sepolto da strati pesanti di ghiaia e asfalto. Schiacciato là per sempre.
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Un seme era ancora in volo quando venne inghiottito tutto intero da un gabbiano. Fu subito buio.
Ma aveva la scorza dura, un tipo tosto da digerire. Così si fece un viaggio, e venne espulso tremila chilometri più sud. Crebbe tra le palme, ai bordi dell'Oceano.
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Così è fondamentale che il seminatore faccia del suo meglio. Lanci ad effetto. Ma quel che sarà dopo non si può sapere. Lasciamo che sia la Vita a decidere.

giovedì 27 febbraio 2014

Essere John Huston

 
Essere John per una settimana, un minuto, un giorno.
Indossare l'abito di scena.
O è forse spogliarsi?
Perché non si sa più ormai dove sia il vero. Dove stiano ossa e carne.
Le contingenze stringono e l'essenza che saremmo sguscia via.
Forse dobbiamo imparare. A saper dosare meglio le nature: reale e immaginario, pragmatico e sognante, il dritto e il rovescio delle medaglie.
Per tornare a dire cose che non si ha più il tempo, o forse neanche il coraggio, nemmeno di pensare.