Per cambiare lo stato delle cose è inutile votare per i 2 partiti in lizza (due?!??! mavaaaaa.. è uno!!).
L'unica cosa che si può fare è quella di creare piccole minoranze solide di rompicoglioni con un progetto in testa. Datemi un anno e comincerò.
Promesso.
martedì 18 marzo 2008
sabato 15 marzo 2008
Realizzare

La tensione è alta, vorrei non fallire. E so che tutto dipende da me. Non ho scuse, nè l'umidità nè l'allenamento duro della settimana possono addurre giustificazioni. Se vengo giù è perchè non ho retto.
Per quello la tensione è alta.... e sale. Chissà quando mi troverò là sotto e quarderò quei ridicoli appigli cosa sentirò in pancia. Un frullatore presumibilmente.
Alè jon, fammi vedere.
venerdì 14 marzo 2008
Sei quel che fai
Dopo le ennesime multiple incazzature giornaliere, mi fermo un attimo a pensare.In fin dei conti c'è una sola cosa che è sparita dalla circolazione: l'onestà.Se ce ne fosse rimasta un pizzico, basterebbe a farci ammettere tutte le pochezze e le bassezze che abbiamo sotto gli occhi: sociali o personali.Invece ci ostiniamo a sostenere sempre le posizioni che ci convengono e continuiamo a rivestire quei ruoli di cui ci siamo investiti e che ci piacciono tanto. Ma è inutile na
scondersi: quello che dici o quello che mostri viene svelato da ciò che fai. Anche se non ti accorgi la tua natura esce fuori: nonostante tutti gli sforzi per mascherarla, o malgrado gli errori - contrari al tuo essere - che non avresti voluto commettere, fregandosene di tutte le intenzioni, di inconsapevoli camuffamenti o di consapevoli menzogne, è quello che fai che determina quello che sei.
Io, per esempio, sono un pannello solare.

Io, per esempio, sono un pannello solare.
Ascoltando i bachi che sussurrano nei travi
Scavare andare a fondo in questo mondo senza fondo con regole distratte psicotrope e malfatte mangio senza fame e dormo senza sonno in una casa che regola la mia vita distratta rivolta indietro a versar lacrime su avvenimenti non più modificabili perchè a guardar avanti ho la nausea a veder chi mi aspetta politici giornalisti banchieri assicuratori padroni e padrone e capi e donne e capi e uomini persone senza pensiero che imparano a pensare quel che vuole chi conta e chi conta non importa ma va bene così in un circolo vizioso non siamo nessuno perchè c'è sempre chi conta così se mi tuffo su quel mondo anch'io verrò fagocitato e poi digerito ma ci son entrato quando sono nato e ormai non mi resta che guardare indietro e versar lacrime per esser nato in un mondo da sempre morto.
Vengo sul mondo

Bel prologo, vero? Siete curiosi di sapere.... di capire....
...illusioni.
Ero seduto in una terrazza che dava sul Gange, e guardavo assorto ed immerso nei miei pensieri la vita frenetica in uno dei centri mondiali della spiritualità orientale.
Per un attimo lungo una mattina ho avuto la percezione di vedere nell'aere migliaia di lettere sparse ad offuscare l'atmosfera. E io che pensavo fosse foschia quella che rendeva tutto poco luminoso...
...e io che pensavo fossero miei i pensieri in cui ero immerso...
Un pò alla volta, incuriosito da queste "u", queste "f", queste "a", queste "n" che mi svolazzavano intorno, ho provato a prestare attenzione in quel momento lungo una mattina, e ho visto che le lettere erano parole che a loro volta diventavano frasi. Ma frasi sconnesse, mescolate... pensieri. Ero immerso nei pensieri.
Un pò alla volta, incuriosito da queste "u", queste "f", queste "a", queste "n" che mi svolazzavano intorno, ho provato a prestare attenzione in quel momento lungo una mattina, e ho visto che le lettere erano parole che a loro volta diventavano frasi. Ma frasi sconnesse, mescolate... pensieri. Ero immerso nei pensieri.
Ero immerso nei pensieri del mondo
E li osservavo.
"Ecco il mio ruolo", mi sono detto.
"Osservatore di questo circo, dalla mia terrazza privilegiata".
"Quello della macchina davanti mi fa capire amorevolmente che ho sbagliato? Il notiziario mi dice quanto cattivo è il mondo? porto la vecchia all'ospizio?"
"Io guardo. Me ne frega un cazzo. Dalla mia terrazza privilegiata."
E ci venni sopra, al mondo.
mercoledì 12 marzo 2008
Mia Nonna

Succederà così.
Che un giorno i miei figli arriveranno: uno un braccio e uno l’altro, mi alzeranno e mi porteranno all’ospizio. Immaginati.
Prova a metterti nei miei panni.
Dopo ottant’anni, solo.
Dopo ottant’anni ti prendono e ti sbattono fuori di casa.
Dopo ottant’anni solo estranei intorno.
E il peggio è che hanno ragione.
Perché sono rincoglionito e non distinguo più il giorno dalla notte.
Non so se è inverno o primavera. Fisso le cose ma non vedo niente.
Vecchio, sono vecchio, vecchio il mio corpo che non risponde più, vecchio il cervello tornato a fare cose elementari, da neonato: mangiare, bere, cagare.
Merda!
Sarebbe stato meglio finirla schiantando.
Che senso ha, finire come larve? Sarà pur vero che mia nonna ha vissuto anni sulle spalle di figli e suocere. È vero: hanno fatto tanto. Ma non ha mai fatto male a nessuno, mia nonna. Non mi ricordo d’averla mai vista arrabbiata; anzi, ricordo che da bambino per una nota presa a scuola andai a confidarmi da lei invece che da mamma e papà: da lei ero sicuro di trovare appoggio.
La prendevamo in giro per tutte le sue manie, i suoi tormentoni sul maltempo, gli abitudinari auguri di buon appetito, buon riposo, buona notte… Negli ultimi tempi ancora di più.
Però rideva. La si prendeva in giro e ci rideva su.
Solo che ormai non si muoveva. Pesava un quintale. Pareva non capire più niente, non riconoscere più nessuno.
E dicono che allungheranno la vita a centocinquant’anni… mi dite a che cazzo serve…??!!
Lo so: ormai non c’era soluzione perché era già consunto anche chi si prodigava ad aiutarla, però cazzo!! che da un istante all’altro ti portino via…
Succederà così, come a mia nonna.
Il giorno dopo, quando sono andati la prima volta a farle visita all’Ospizio, non l’han trovata.
Sono andati a cercarla, ma in stanza non c’era più.
Mia Nonna è più avanti di quel che si crede.
L’han beccata giù in salone a giocare a tombola!!
Spero tanto che si trovi bene.
Che trovi qualcuno con cui discorrere come in casa non si poteva più fare: non c’era più pazienza.
Magari, coi nuovi amici, nessuno capirà una parola di cosa dice l’altro, ma almeno sarà un sereno stagionare insieme.
Alla faccia nostra.
Che un giorno i miei figli arriveranno: uno un braccio e uno l’altro, mi alzeranno e mi porteranno all’ospizio. Immaginati.
Prova a metterti nei miei panni.
Dopo ottant’anni, solo.
Dopo ottant’anni ti prendono e ti sbattono fuori di casa.
Dopo ottant’anni solo estranei intorno.
E il peggio è che hanno ragione.
Perché sono rincoglionito e non distinguo più il giorno dalla notte.
Non so se è inverno o primavera. Fisso le cose ma non vedo niente.
Vecchio, sono vecchio, vecchio il mio corpo che non risponde più, vecchio il cervello tornato a fare cose elementari, da neonato: mangiare, bere, cagare.
Merda!
Sarebbe stato meglio finirla schiantando.
Che senso ha, finire come larve? Sarà pur vero che mia nonna ha vissuto anni sulle spalle di figli e suocere. È vero: hanno fatto tanto. Ma non ha mai fatto male a nessuno, mia nonna. Non mi ricordo d’averla mai vista arrabbiata; anzi, ricordo che da bambino per una nota presa a scuola andai a confidarmi da lei invece che da mamma e papà: da lei ero sicuro di trovare appoggio.
La prendevamo in giro per tutte le sue manie, i suoi tormentoni sul maltempo, gli abitudinari auguri di buon appetito, buon riposo, buona notte… Negli ultimi tempi ancora di più.
Però rideva. La si prendeva in giro e ci rideva su.
Solo che ormai non si muoveva. Pesava un quintale. Pareva non capire più niente, non riconoscere più nessuno.
E dicono che allungheranno la vita a centocinquant’anni… mi dite a che cazzo serve…??!!
Lo so: ormai non c’era soluzione perché era già consunto anche chi si prodigava ad aiutarla, però cazzo!! che da un istante all’altro ti portino via…
Succederà così, come a mia nonna.
Il giorno dopo, quando sono andati la prima volta a farle visita all’Ospizio, non l’han trovata.
Sono andati a cercarla, ma in stanza non c’era più.
Mia Nonna è più avanti di quel che si crede.
L’han beccata giù in salone a giocare a tombola!!
Spero tanto che si trovi bene.
Che trovi qualcuno con cui discorrere come in casa non si poteva più fare: non c’era più pazienza.
Magari, coi nuovi amici, nessuno capirà una parola di cosa dice l’altro, ma almeno sarà un sereno stagionare insieme.
Alla faccia nostra.
venerdì 7 marzo 2008
Sapori e Colori

Tolgo il tappo e chiudo gli occhi un istante. Annuso l’aria adesso.
Ricca di profumi en plein air.
Nel nostro mondo ad occhi chiusi è una meravigliosa giornata di aprile. Al di fuori prati colmi di fiori con fragranze dolciastre e farfalle che seguono il loro incomprensibile viaggio.
Che se fossero uomini prenderesti per pazzi.
Ma noi siamo uomini e donne, e i nostri viaggi sono facili da seguire. Nella maggior parte dei casi banali. E noiosi.
Ma torniamo a noi ed al nostro aprile sotto le palpebre. Con me donne vestite di abiti ampi sopra le sottane voluminose che creano degli ondeggiamenti regali nelle gonne che scendono basse, fino a coprire le caviglie sottili e bianche. Corpetti stretti nella vita che evidenziano curve generose più in sù. E capigliature esagerate ma tanto di moda negli anni durante i quali nelle corti regali si passavano i pomeriggi migliori.
Chiacchierano loro, con me, sorseggiando questo fiore colorato e trasparente che sta nella nostra mano.
Apro gli occhi e mi bevo una buona goccia di Rosolio.
Cin cin.
giovedì 6 marzo 2008
Liberazioni

Mi spiego meglio.
In questo momento storico c'è un riflusso di etica e moralità.
Movimenti per la vita e similari crescono come funghi (o forse hanno solo più visibilità perchè vanno di moda. Non lo so).
E va bene, ognuno pensa e predica ciò che vuole. Mi piace, anch'io posso dire quel che voglio.
Una cosa mi fa incazzare. I movimenti contro l'aborto a cui a capo ci sono uomini. Piccccccoli uomini.
Ci rendiamo conto che ci sono piiiiccoooli uomini che pretendono di decidere cosa è meglio o peggio riguardo una cosa di cui è solo spettatore?
Non sopporto i moralisti. Scappate.
"In questa società, per bene che ci vada, la vita è una noia sconfinata.
In questa socità nulla, assolutamente nulla, riguarda le donne.
Dunque, a tutte le donne che non hanno paura, nè delle responsabilità
nè delle emozioni sconvolgenti
non rimane che rovesciare il
governo
elimiare il
sistema monetario
e DISSSSTRUGGGERE
il sesso maschile."
(Valérie Solanas)
lunedì 3 marzo 2008
sabato 1 marzo 2008
Recensione

Quindi, in un crescendo di archi un urlo arriva direttamente dallo stomaco del protagonista, ormai arido non di calore ma di ghiaccio (che se pensi bene è un controsenso. Ma rende l'idea. L'arsura congelata). Un urlo acuto, di quelli che fanno rabbrividire, che ti destano se sei un pò distratto.
Da quel momento non togli più l'attenzione dal brano. Un cresendo di sentimenti, di dolore che raramente non fanno arrivare una lacrima al baratro delle ciglia. pronta a cedere se nessuno incrocia in quel momento il mio occhio. Perchè, lo sapete, anche i duri piangono. Magari contro i muri. Ma piangono.
Se non bastasse, poco dopo, un altro urlo, da quell'arsura di prima. "Alright! I'll die!" guardami morire! vedi come muoio!
Da questo punto più nulla. Risposte non ce ne sono. E sa, l'Uomo, che non ce ne saranno. quindi si fa mansueto, disperato ma mansueto. Ha finito il suo sfogo contro il padre.
Pòrtatelo via adesso però, altrimenti vengo sù io e inchiodo te alla sua croce. "I will drink your cup of poison - Nail me to your cross and break me - bleed me, beat me, kill me, take me now - before I change my mind".
Punto. Finito. Inizia il declino di tutto. L'hanno fatto morire dicendo che l'ha fatto per noi, e quindi noi schiavi e debitori suoi. PER SEMPRE.
Un abbraccio fraterno a tutti quelli che sono costretti a morire per la gloria di un altro.
Iscriviti a:
Post (Atom)