sabato 1 marzo 2008

Recensione

Parte sottomesso, una richiesta d'aiuto a chi ne ha deciso la sorte. la morte. di un Uomo. Poi il ritmo si accende e gli strumenti si fanno meno sottomessi e prendono coraggio, e si prendono lo spazio necessario, e cominciano a rendere drammatica la situazione. La voce diventa aspra, la voce di chi è spezzato dal dolore, dalla paura. Di un Uomo abbandonato, dagli uomini e da dio. Ed implora una risposta, l'unica risposta di cui ha bisogno. Non per vivere, ma per morire sapendo di farlo per una ragione. Per l'Uomo e non per la gloria di (). "Why should I die?". Devo capire, dice, devo sapere perchè Devo morire. Diventeri più noto io o te, padre mio, se morissi?
Quindi, in un crescendo di archi un urlo arriva direttamente dallo stomaco del protagonista, ormai arido non di calore ma di ghiaccio (che se pensi bene è un controsenso. Ma rende l'idea. L'arsura congelata). Un urlo acuto, di quelli che fanno rabbrividire, che ti destano se sei un pò distratto.
Da quel momento non togli più l'attenzione dal brano. Un cresendo di sentimenti, di dolore che raramente non fanno arrivare una lacrima al baratro delle ciglia. pronta a cedere se nessuno incrocia in quel momento il mio occhio. Perchè, lo sapete, anche i duri piangono. Magari contro i muri. Ma piangono.
Se non bastasse, poco dopo, un altro urlo, da quell'arsura di prima. "Alright! I'll die!" guardami morire! vedi come muoio!
Da questo punto più nulla. Risposte non ce ne sono. E sa, l'Uomo, che non ce ne saranno. quindi si fa mansueto, disperato ma mansueto. Ha finito il suo sfogo contro il padre.
Pòrtatelo via adesso però, altrimenti vengo sù io e inchiodo te alla sua croce. "I will drink your cup of poison - Nail me to your cross and break me - bleed me, beat me, kill me, take me now - before I change my mind".

Punto. Finito. Inizia il declino di tutto. L'hanno fatto morire dicendo che l'ha fatto per noi, e quindi noi schiavi e debitori suoi. PER SEMPRE.
Un abbraccio fraterno a tutti quelli che sono costretti a morire per la gloria di un altro.

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